Immaginiamo per un attimo di trovarci con George in crisi di astinenza da caffeina. Ecco dieci modi per offrirgli un caffè (si può dire coffee, a coffee o a cup of coffee; non fa differenza):
Coffee? – il più facile e diretto di tutti
How about coffee?
What about coffee? – How about e What about si equivalgono
Let’s have coffee – prima persona plurale dell’imperativo (https://www.ingleseallinclusive.it/its-imperative/)
Why don’t we have coffee? – forma interrogativa negativa
Shall we have coffee? – shall al posto di will in frasi interrogative alla prima persona
I’ll buy you coffee – il futuro con will, ma si intende il futuro immediato: ora, subito
Do you want coffee?– domanda molto diretta
Fancy coffee? – stile informale con omissione delle parole (sarebbe Do you fancy coffee?)
Feel like coffee? – idem come sopra: to fancy e to feel like sono molto simili e traducono “aver voglia di”
Ce ne sarebbero degli altri, ad es. Would you like coffee? Can I buy/get you coffee?
Con food & drink di gran lunga il verbo più usato è to have (piuttosto che to eat e to drink).
Nell’ultimo post (https://www.ingleseallinclusive.it/finding-nemo-and-the-gerund/) abbiamo visto che occorre il gerundio (e non l’infinito) dopo una preposizione; infatti, volendo inserire to have nelle frasi di prima, ne occorre la forma in -ing:
How about having coffee?
What about having coffee?
Feel like having coffee?
to fancy si comporta come to feel like (Fancy having coffee?) mentre come abbiamo già avuto occasione di vedere (https://www.ingleseallinclusive.it/i-want-you/), to want viene seguito dall’infinito: Do you want to have coffee?
Da notare l’esclusione di Do you like coffee? in quanto significa “Ti/Le piace il caffè”?
Oltre al caffè, chiaramente i dieci modi predetti si prestano a infinite altre possibilità di fare offerte o proposte:
How about (taking) the metro?
What about (having) a barbecue?
Let’s go out tonight
Why don’t we change gym?
Shall we go into town?
I’ll buy you a drink.
Do you want (to buy/get) the best seats?
Fancy (having) a game of cards?
Feel like (getting) some exercise?
Le strutture usate sopra sono intercambiabili durante un dialogo di “trattative” tra amici:
A: How about going out tonight?
B: Sure, fancy a film?
A: Not really, why don’t we make the most of the good weather?
B: OK, do you want to dine al fresco?
A: Yeah, great. Shall we try that new sushi bar on the promenade?
B: Fine, I’ll phone and book a table.
Nella salute e nella malattia
In un post precedente (https://www.ingleseallinclusive.it/to-be-or-not-to-be/) ho parlato dello stiff upper lip, ossia quell’atteggiamento molto British caratterizzato dal tenersi tutto dentro, dal non esternare i propri sentimenti (soprattutto il dolore). Forse questo spiega il fatto che voi italiani soffriate di molte patologie che da noi sono quasi intraducibili.
Ne è un classico esempio la cervicale: certo, esiste la cervical arthritis, ma per noi è roba da rivista medica. Più che per descrivere un dolore generico, noi usiamo a pain in the neck come sinonimo di “rompiballe” o di “rottura di scatole”.
Ancora più misteriosa per noi è la vostra fissazione con gli effetti deleteri dell’aria. In inglese non abbiamo alcun equivalente del “colpo d’aria”. Se per gli italiani aprire una finestra è già un azzardo, figuratevi uscire en plein air! Forse per questo in Italia i bambinetti al parco che corrono e si arrampicano sui giochi sembrano tanti Michelin bonsai impazziti. E sotto i numerosi strati (anche per gli adulti) c’è l’inevitabile “maglia della salute”, intramontabile per i suoi effetti benefici. L’aria qui si rende ancora più pericolosa per i bambini dopo il bagnetto se non si fanno subito asciugare i capelli, altra abitudine che nel mondo anglosassone non conosciamo.
Altre patologie da noi ignorate (o quasi) sono il cambio di stagione, la congestione e le gambe pesanti. E che dire del rischio di fare il bagno dopo mangiato?
Tornando a chi soffre di cervicale, in questo Paese c’è una conoscenza medica di base che a noi manca. Addirittura avete la capacità di individuare e localizzare il dolore con una precisione che noi anglosassoni associamo solo al Dottor House. Ad esempio, noi parliamo spesso di tummy ache che sarebbe uno stragenerico mal di stomaco o di pancia. In Italia invece, si sente la gente lamentarsi che le fanno male l’intestino, il fegato, i reni, la cistifellea, la milza – organi che l’inglese medio non nomina mai nella vita. E se un italiano soffre veramente di mal di pancia, in genere sa anche distinguere tra la colite e la colica!
False friend
Ecco un altro false friend:
to attend significa “frequentare” oppure “partecipare a” o ancora “accompagnare”; attendere si traduce to wait (for) o to expect
Pseudoanglicismo
Sono numerosi i vocaboli di uso corrente in italiano, all’apparenza inglesi ma in realtà italianizzati e/o storpiati. Per esempio:
Day Hospital – sembra inglese, ma da noi non significa nulla; noi parliamo di out-patients, out-patient Department e Day Surgery
Locuzione latina
Ci sono molte espressioni in latino condivise dall’italiano e dall’inglese mentre altre invece sono di uso corrente in una lingua, ma non nell’altra.
Ecco un esempio di un termine che voi usate e noi no:
de cuius – in inglese si chiama testator (defunto) o testatrix (defunta)
Forestierismo
Un forestierismo non è altro che una parola o una locuzione presa in prestito da una lingua straniera. Un forestierismo di uso corrente in inglese, ma non italiano in, è:
au fait che significa “ben informato”, “al corrente” – ad es. I only started here last week so I’m not completely au fait with the system.