In un altro post (https://www.ingleseallinclusive.it/finding-nemo-and-the-gerund/) mi sono soffermato sulla frase Italians do it better per sottolineare la regola d’ora nell’utilizzo degli articoli, ossia non si usa l’articolo the quando si parla di cose (o persone) in generale:
I hate accidents – “Paper Rings”, Taylor Swift
Girls just want to have fun – Cyndie Lauper
Si omette the anche davanti ai nomi astratti:
Honesty is such a lonely word – Billy Joel
All is fair in love and war
Inoltre, sempre a differenza dell’italiano, l’articolo determinativo the si omette anche davanti:
ai nomi di sostanze, materiali, attività:
Our main industries are wine, steel and tourism.
ai nomi propri di persone, di società ecc.:
Laura / Laura Pausini / Ms Pausini / Pausini won a Grammy Award in 2006.
Are you Dr. House? – I have a feeling I’m gonna regret this, but yes.
Nike is/are sponsoring Barcelona this season.
ai giorni / anni:
We do Zumba on Monday(s), Wednesday(s) and Friday(s).
Tonight I’m gonna party like it’s 1999 – Prince
alle ore e alle percentuali:
We’re going bowlin’ till half past three – “Down in the Alley”, Elvis Presley
Ninety-eight percent of them gotta [have to] go – “Talkin’ John Birch Paranoid Blues”, Bob Dylan
alla maggior parte dei nomi geografici (non compresi né quelli che contengono un nome comune né i corpi d’acqua ad eccezione dei laghi):
Big in Japan – Alphaville
Both Ireland and the United Kingdom joined the EU.
The glacier on Mont Blanc is in danger of collapsing.
Because of attacks in the Red Sea, trade has been diverted from the Suez Canal.
alle lingue:
A Word in Spanish – Elton John
You never make no [any] sense, screaming at me in French – “Emily”, Mika
agli sport, ai giochi, ai mezzi di trasporto preceduti da by, ai pasti, alle malattie:
Football’s Coming Home – anche conosciuto come “Three Lions”, il tormentone dei tifosi della nazionale inglese che si illudono ogni due anni di poter vincere un torneo internazionale di calcio
Don’t travel by train – “Numb”, U2
Breakfast in America – Supertramp
13 countries in Europe have reported human cases of West Nile virus.
Utilizzo di the
Finora ci siamo concentrati sull’omissione di the. L’articolo determinativo si usa invece in inglese, ma non in italiano, davanti ai nomi ordinali che indicano i sovrani ecc.:
He thought the movie “King Richard” (nella versione italiana, “Una famiglia vincente”) was about Richard the Third.
e in molte espressioni di uso quotidiano:
in / to the country
in / to the mountains
to go to the disco / the bank / the office
on the ground
in the garden / house / kitchen / bathroom etc.
in the city (centre)
on the outskirts – in periferia
in the stands – in tribuna
on the bench – in panchina
on the field / pitch – in campo
at the head (of the league / race etc.) – in testa (alla classifica / alla gara)
last e next
Errore tipico:
We went to Dublin the last year.
last si usa per parlare del periodo in questione che precede quello corrente:
We went to Dublin last year.
I was ill last week.
the last si usa per un periodo che inizia nel passato, ma perdura nel presente, con la Duration Form (https://www.ingleseallinclusive.it/present-perfect-con-la-duration-form/); confrontate queste frasi:
She’s been living in Dublin since last year – è dall’anno scorso che ci vive
She’s been living in Dublin for the last year (oppure for a year)– è un anno (sono dodici mesi esatti) che ci vive
next si comporta come last:
See you next week!
They’re going on a cruise next year.
the next si usa per un periodo che inizia ora, in questo momento; confrontate le frasi:
I’m going away next month – il mese prossimo, non si sa per quanti giorni
I’m going away for the next month – sarò via per i prossimi 30 giorni
Call of Nature
In uno dei primi post (https://www.ingleseallinclusive.it/present-continuous/) ho scritto che l’Italia è la terra della sindrome di Peter Pan. Che qui si rimanga giovani (dentro, ed è proprio il caso di dirlo) più a lungo è confermato anche dal vostro modo di parlare (molto) dei bisogni fisiologici (propri e altrui). Anche da noi, i bambini amano la parola poo, ma l’Oxford Dictionary la definisce appunto “a child’s word”. Da voi invece, nonostante il Treccani descriva “cacca” come vocabolo “spec. nel linguaggio dei bambini”, noto che viene nominato spesso e volentieri anche dai “grandi”.
Più volte in questo blog si è parlato di eufemismi. I bambini del mondo anglosassone imparano già sul vasino a distinguere tra number ones e number twos, o anche – a sostanze liquide e solide invertite – tra big jobs e little jobs. E, sempre a proposito di eufemismi, una madre che continua a chiedere a suo figlio adolescente o adulto: “Are you regular?” è una madre scomoda e invadente.
In un altro post (https://www.ingleseallinclusive.it/simple-present-continued/) ho detto che voi siete i campioni della schiettezza. Ecco, questa caratteristica si evidenzia anche nell’affrontare l’argomento della routine da gabinetto. La mia impressione è che in Italia in famiglia si parli apertamente della “tabella di marcia”. Conosco casi di nuore che forniscono alla suocera bollettini quotidiani dettagliati dei movimenti intestinali dell’uomo amato “visceralmente” da entrambe. E più in generale, pure dopo svariati decenni nel Bel Paese, rimango sempre spiazzato dalla vostra voglia di condividere con i propri cari le gioie e i dolori vissuti “sul trono”. Trovo quest’abitudine talmente radicata in Italia da chiedermi se le parole “vai a cagare” siano davvero un’espressione offensiva e non forse invece un augurio o, in alternativa, una semplice domanda! D’altra parte, senza un minimo di contesto anche la frase “ho fatto una cagata pazzesca” è alquanto ambigua.