Il Present Continuous o Present Progressive che dir si voglia si forma con il presente del verbo to be + il gerundio del verbo in questione:
I’m writing this song and you don’t even care (Mika)
Tell me I’m not dreaming. (Michael & Jermaine Jackson)
You’re losing me (Taylor Swift)
It’s alright, baby’s coming back (Eurythmics)
We’re All Going to the World’s Fair (film)
The Russians Are Coming (film)
Il Present Continuous si usa per esprimere un’azione nel suo svolgimento (anche nella forma negativa):
What are you doing ? – I’m studying for tomorrow’s test.
Are you coming?
She’s not / She isn’t working today.
It’s not / It isn’t raining at the moment.
Si usa per indicare un’azione che dura per un periodo di tempo limitato:
My brother’s visiting and staying with us.
anche se non si sta svolgendo proprio in questo preciso istante:
I normally drive to work but this week I’m taking the bus.
I’m watching a great series on Netflix at the moment.
Il Present Continuous si usa anche per parlare di qualcosa che sta cambiando:
She’s growing up very fast.
Binge drinking is becoming more and more common.
Inoltre, si trova questo tempo verbale con un avverbio di frequenza (in particolare always) sia per disapprovare un’azione che si ripete spesso:
He’s always complaining.
You’re continually criticizing me.
sia per indicare qualcosa che accade spesso, ma in modo inaspettato:
She’s always finding money in the street.
I’m always meeting him on the bus.
Verbi che ammettono la forma progressiva con significati particolari:
to be nel senso di comportarsi (in modo):
You’re being silly / ridiculous / selfish / unreasonable / patient / polite / very quiet / funny
to have quando non indica possesso (e quindi non traduce avere):
She’s having lunch / a break / a holiday / a good time
to see con il significato di avere una relazione con:
She’s seeing another man.
to see con il Present Continuous può avere anche un’altra valenza, ma riferita al futuro, come vedremo nel prossimo post.
False friend
I false friends sono parole che, per assonanza o similitudine con quelle italiane, possono trarre in inganno dal momento che hanno significato completamente (o parzialmente) diverso.
Ecco il false friend di oggi:
agony significa “dolore insopportabile / tortura” (anche in senso figurato); agonia si traduce (to be) dying
Pseudoanglicismo
Sono numerosi i vocaboli di uso corrente in italiano, all’apparenza inglesi ma in realtà italianizzati e/o storpiati. Quello di oggi è:
beauty farm – in inglese l’equivalente si chiama health farm oppure health spa
Proverbio
! Da noi i proverbi vengono usati meno in quanto spesso ritenuti triti e sintomatici di mancanza di originalità. Detto questo … ecco quello di oggi:
Don’t count your chickens before they hatch – Non dire gatto se non l’hai nel sacco
Eufemismo
Quando si parla di the birds and the bees si intende la riproduzione umana, in particolare la spiegazione del sesso in modo semplice ai bambini.
Curiosità linguistico-culturale – (sempre) una questione di età
Nell’ultimo post (https://www.ingleseallinclusive.it/to-have-have-got/) ho parlato dell’invecchiamo “precoce” degli anglosassoni. Ad esempio, dell’utilizzo limitato di boy/girl che vanno bene solo per ragazzi sino ai 16 anni più o meno, mentre in Italia gli splendidi cinquantenni che giocano a calcetto o vanno in palestra sempre ragazzi sono! Quante volte ho sentito dire che Raul Bova è (ancora) “un gran bel ragazzo”! Da noi, la maturazione “anticipata” non è solo linguistica: in Inghilterra si può frequentare la U3A (l’università della terza età) a partire dai 50 anni. Ma andiamo con ordine. Sempre nel Regno Unito si inizia la primary school a 4 o 5 anni, si può aprire un conto corrente a 11 anni, ci si laurea a 21. In Italia fino ai 14 anni il minore non è mai imputabile, fra i 14 e i 18 anni lo è solo in alcuni casi. In certi Stati degli USA invece, si ha la cosiddetta criminal responsibility a 6 anni, in Inghilterra a 10. In Inghilterra a 13 anni puoi già lavorare (anche se solo per un massimo di due ore al giorno), roba da telefono azzurro in questo Paese! In modo analogo è risaputo che nella maggior parte dei casi i giovani italiani under 35 vivono ancora a casa con i genitori mentre il 25enne inglese, americano o australiano che vive ancora nella casa familiare viene considerato un disadattato! E cosa dire degli italiani (adulti) che leggono senza imbarazzo Topolino? Da noi i comics sono pubblicati per i bambini (o forse dovrei dire children visto che qui nel Bel Paese più di una volta all’ora di pranzo la domenica ho sentito il grido – rivolto dalla padrona di casa a me e agli altri invitati, tutti parenti cinquantenni della famiglia – “Bambini, a tavola!”). Infine, che l’Italia sia la terra della sindrome di Peter Pan viene confermato anche proprio a tavola, dove ogni mattina vengono consumate chissà quanti milioni di fette biscottate che nei Paesi anglosassoni si chiamano rusks e vengono destinate solo ai bambini (baby food per l’appunto con baby nel senso di lattante e non di componente di una “baby gang”!).