Errore tipico: I like your shoes. Where have you bought them?
Dopo aver trascorso più di 30 anni nel Bel Paese, devo ancora trovare un italiano che riesca a spiegarmi quando si deve usare il vostro passato remoto.
Invece, il nostro Simple Past o Past Simple che dir si voglia è facilissimo (simple appunto): si usa per parlare di un’azione compiuta nel passato in un tempo ben definito. Il tempo deve essere del tutto trascorso. Detto in parole povere, ci serve il Simple Past per parlare del passato se sappiamo quando si è svolta l’azione. La parola chiave è when:
Last Xmas I gave you my heart but the very next day you gave it away (Wham!)
When Harry met Sally (film)
Do you remember the time when we fell in love? (Michael Jackson)
Può trattarsi anche di azione recentissima:
Yesterday, love was such an easy game to play (The Beatles)
She called two minutes ago.
Last night a DJ saved my life (Indeep)
! last night significa sia “ieri sera” sia “stanotte” (nel senso di quella immediatamente passata), dipende dal contesto; ad esempio, se uno vi chiede What did you do last night? è chiaro che vuole sapere come avete trascorso la serata, per cui l’eventuale risposta I slept sarebbe grammaticalmente impeccabile, ma totalmente inutile e inappropriata.
La forma negativa si costruisce anteponendo didn’t (did not) all’infinito senza to:
Last night I didn’t get to sleep at all (vecchio brano dei Fifth Dimension)
We didn’t go to the party.
In quest’ultimo esempio non c’è il riferimento temporale, ma chi partecipa al dialogo sa di quale festa si sta parlando e quando c’è stata. In modo analogo:
I didn’t like her attitude.
They didn’t pass the exam.
Ovviamente vale la stessa regola anche per la forma affermativa. Prendiamo un pezzo della canzone “Summer Nights” tratta da “Grease”:
Summer lovin’, (it) happened so fast, (I) Met a girl crazy for me, (I) Met a boy cute as can be
Nel contesto della trama (la storia si svolge all’inizio dell’autunno) è chiaro che si parla di last summer per cui tutti i verbi sono rigorosamente al Simple Past.
Si usa il Simple Past nelle frasi interrogative quando si pensa al (o si chiede del) momento specifico in cui è accaduta l’azione:
What time did you get home?
When did he die?
I like your shoes. Where did you buy them?
Did they have a good time?
Si può premettere did alle frasi affermative per dare maggiore enfasi o esprimere contrasto:
He did admit his mistake in the end.
I didn’t go to the supermarket but I did buy some milk.
Il Simple Past può anche tradurre l’imperfetto italiano:
I had long hair when I was a teenager.
Questo vale anche per i verbi che non ammettono la forma progressiva (vedere https://www.ingleseallinclusive.it/simple-present-continued/):
She didn’t want to arrive too early.
False friend
Il false friend di oggi è animator
In realtà questo sarebbe un semi-false friend perché corrisponde ad animatore nel senso di chi realizza disegni animati; dove trae in inganno, invece, è quando significa chi organizza giochi, feste, attività ecc.; in inglese questa persona specializzata si chiama group/children’s/holiday entertainer o anche activity leader
Pseudoanglicismo
Sono numerosi i vocaboli di uso corrente in italiano, all’apparenza inglesi ma in realtà italianizzati e/o storpiati. Quello di oggi è:
big – in inglese è aggettivo mentre in italiano viene sostantivato quando si parla dei big del Festival di Sanremo / della musica italiana / del Partito Democratico ecc.; in questo caso si direbbe the stars / cream / celebrities / big names
Proverbio
Don’t judge a book by its cover – L’abito non fa il monaco
Parolaccia
Ecco un’altra parolaccia da handle with care (maneggiare con cura):
arse-hole significa sia “buco del culo” sia “coglione / stronzo”:
What an arse-hole!
Negli USA dicono asshole.
Lost in Translation
Se ci fidiamo dei vocabolari e di Google Translate, bello e brutto si traducono, rispettivamente, beautiful e ugly. Tuttavia, come abbiamo già avuto occasione di vedere (https://www.ingleseallinclusive.it/simple-present-continued/), difficilmente si usa ugly per descrivere una persona, preferendo aggettivi meno forti.
Più in generale, mi pare che in Italia ci si focalizzi maggiormente sull’estetica mentre nei Paesi anglosassoni ci preoccupiamo di più del carattere non solo delle persone, ma anche delle cose.
Ne consegue che mentre beautiful va bene con baby / weather / countryside / beach / view non va bene con film / story / news / match / speech; per questi e altri sostantivi simili che indicano cose che vanno al di là dell’aspetto e dell’apparenza, si usano parole come good / great / awesome / fantastic / wonderful / brilliant
In modo analogo ugly può andare bene per descrivere a building / face / scar mentre con i vocaboli più “astratti” e meno “estetici” come quelli di prima (film / story / news / match / speech), gli aggettivi più usati sono bad / terrible / lousy / awful / appalling
Per tradurre Che bello / brutto! ci sono varie possibilità secondo l’argomento:
Che bello! – (That’s) Great! / Fantastic! / Wonderful! / Cool! / How nice!
Che brutto! – That’s bad! / terrible! / awful! / appalling! / shocking! o anche How awful! ecc.