Come spiegato in precedenza (https://www.ingleseallinclusive.it/simple-present-e-non-solo), il Simple Present si usa per parlare di dati di fatto, abitudini, stati d’animo, opinioni e realtà sempre vere:
ALTRI USI
Come in italiano si usa inoltre come presente storico per raccontare una storia, una trama o una barzelletta, per la telecronaca di un avvenimento (anche sportivo) e nei titoli dei giornali:
So this guy stops right next to me and asks me for a cigarette.
Teenagers Sandy and Danny meet at the beach and fall in love.
Three people die and go to heaven. St Peter meets them and starts reviewing their files.
Haaland shoots, Haaland scores!
Putin arrives in China
SIMPLE PRESENT CON SIGNIFICATO DI FUTURO
Il Simple Present ha significato di futuro:
- quando si riferisce a cose legate a un orario o calendario (ma vedere di seguito per il futuro intenzionale o programmato):
The match starts at 8.45 pm.
Our plane leaves Gatwick at 7 am.
He turns 50 next year.
- nelle frasi secondarie rette da if, when, as soon as, while, after, before:
How will I know if he really loves me? (Whitney Houston)
…when I come back you’ll know, know, know. (Amy Winehouse, “Rehab”)
VERBI CHE NON AMMETTONO LA FORMA PROGRESSIVA
Come in italiano, molti verbi non ammettono la forma progressiva – ad esempio to agree, to believe, to have (got), to like, to need, to want:
I mean it from the bottom of my heart. (Stevie Wonder, “I Just Called to Say I Love You)
I know it’s only rock ‘n roll but I like it. (The Rolling Stones)
God only knows (The Beach Boys)
ALTRI MODI DI TRADURRE IL PRESENTE INDICATIVO ITALIANO
! Si utilizza il vostro presente indicativo molto di più rispetto al nostro Simple Present; ad esempio, quest’ultimo non si usa quando:
- si decide di fare qualcosa nel momento in cui si parla:
The phone! – I’ll get (answer) it. Rispondo io. Ci penso io.
- si parla di un futuro intenzionale o programmato
What are you doing after dinner? – I’m going to the pub. Cosa fai dopo cena? – Vado al pub.
- per tradurre la locuzione è la prima volta che:
This is / It’s the first time I’ve come here. È la prima volta che vengo (qui).
- si indica un’azione o uno stato incominciato nel passato che perdura nel presente (la famosa Duration Form):
I’ve been working there for two years. Ci lavoro da due anni.
Si usa can:
- con i verbi di percezione:
Can you see OK? Ci vedi bene?
- per rendere l’idea di riuscire a fare qualcosa:
I can’t find it. Non lo trovo.
! In italiano spesso si possono usare indifferentemente il presente indicativo e il presente progressivo, in inglese no:
Non piove / sta piovendo. In inglese solo It’s not raining. Cfr. It doesn’t rain much here in summer. (si parla in generale, di routine, abitudini, dati di fatto)
Perché ridi / stai ridendo? In inglese solo Why are you laughing?
False friend
I false friends sono parole che, per assonanza o similitudine con quelle italiane, possono trarre in inganno dal momento che hanno significato completamente (o parzialmente) diverso.
Ecco il false friend di oggi:
accurate significa “preciso”; la parola accurato invece si traduce thorough, careful
Pseudoanglicismo
Sono numerosi i vocaboli di uso corrente in italiano, all’apparenza inglesi ma in realtà italianizzati e/o storpiati. Quello di oggi è:
acquascooter – in inglese si chiama jet ski
Proverbio
! Da noi i proverbi vengono usati meno in quanto spesso ritenuti triti e sintomatici di mancanza di originalità. Detto questo … eccone uno:
Call a spade a spade – Dì pane al pane e vino al vino
Curiosità linguistico-culturale
A proposito del suddetto proverbio e pur trattandosi di generalizzazioni spudorate, direi che in genere gli italiani sono (siete) molto più diretti e schietti degli inglesi quando si tratta di comunicazione orale (completamente diverso è il discorso della lingua scritta di cui dirò di più in un post successivo). Infatti, voi siete dei veri fuoriclasse nel dire le cose come stanno, senza girarci troppo intorno. Al contrario gli anglosassoni (in primis gli inglesi) sono i campioni del mondo dell’understatement, del minimizzare, del non detto e anche degli eufemismi. Per esempio, parlando dell’aspetto di una persona, è molto raro sentir pronunciare la parola ugly mentre in Italia quasi la prima domanda che si fa riguardo a un nuovo collega è: “Com’è? Bello o brutto?”. Ecco, se il nuovo compagno di lavoro fosse veramente brutto, al limite noi utilizzeremmo aggettivi come plain o homely (insignificante, insulso) per descriverlo, anche se ciò che intendiamo realmente è “bruttissimo”!